Il cervello che impara

Per educare la mente occorre conoscere

Per educare la mente occorre conoscere bene il cervello e i suoi meccanismi di funzionamento.

Come si formano i ricordi?

Partiamo dall’inizio.

A cosa serve il cervello?

Il cervello raccoglie le informazioni dall’ambiente esterno, le elabora e fornisce delle risposte.

Dal tipo di risposta che il nostro cervello riesce a elaborare dipendono la nostra salute e la nostra sopravvivenza.

Funziona così da sempre, non è cambiato.

Le informazioni raccolte vengono elaborate in tre zone diverse della nostra memoria.

La memoria a breve termine, la memoria di lavoro e la memoria a lungo termine.

La memoria a breve termine

E’ la zona della memoria che rimane sempre vigile. Raccoglie tutti i segnali provenienti dall’ ambiente. Li analizza e se non servono li scarta. Se i dati raccolti richiedono attenzione, entra in gioco la memoria di lavoro.

La memoria di lavoro

E’ la zona della memoria che elabora le informazioni con intenzionalità. 

Per esempio quando cerchiamo di rispondere alla domanda “ Cosa mi metto oggi?” Stiamo usando la memoria di lavoro.

La memoria di lavoro rappresenta la parte consapevole e intenzionale della memoria.

Tornando al nostro esempio, la memoria di lavoro mi suggerirà di prendere due pantaloni dall’armadio e provare ad abbinarli con la giusta camicia. Poi mi farà guardare fuori dalla finestra per valutare le condizioni meteo e decidere se dovrò mettere il maglione pesante o qualcosa di più leggero. 

Quando stiamo pensando in modo intenzionale e consapevole a qualcosa di più leggero.

La memoria a lungo termine

E’ la parte della nostra memoria che conserva le informazioni sotto forma di ricordi. 

Ha una capacità potenzialmente illimitata. E’ il nostro magazzino delle informazioni.

Quando ci serve qualche informazione già vista e analizzata, il nostro cervello la recupera dalla memoria di lavoro.

Tornando al nostro esempio, dovendo sceglie il maglione mi ricordo di quello viola di cashmere che mi ha regalato mia madre a Natale.

 Tutte le decisioni che prendiamo, in qualsiasi momento della nostra vita si basano sulle informazioni elaborate da una di queste memorie.

 


Il cervello che impara

Comprendere come funziona il cervello quando apprendiamo è una competenza fondamentale per chi insegna e per chi progetta  percorsi formativi.

Capire i meccanismi che regolano la formazione dei ricordi nella memoria a lungo termine è fondamentale per progettare una lezione efficace e aiutare i nostri studenti a imparare  gli argomenti che gli proponiamo a lezione.

Una rete di ricordi

Il nostro cervello non è un contenitore da riempire, ma una rete dinamica in continua evoluzione. Le informazioni conservate nella memoria lungo termine, i nostri ricordi, non si accumulano passivamente, ma fanno parte di strutture  dinamiche che chiamiamo schemi mentali.

Schema mentale

 Uno schema mentale è una rete di neuroni che si attivano insieme e che costituiscono le unità fondamentali della memoria a lungo termine.

Uno schema mentale  si costruisce nel tempo, a partire da esperienze ripetute e significative.

Un concetto, come ad esempio “mela”, non esiste in modo isolato, ma è legato ad altri nodi come “frutto”, “torta”, “Biancaneve”.

Ogni volta che penso alla mela , posso evocare un ricordo collegato alla favola con i sette nani, alla tra di mele che mi prepara mio papà, al frutto verde che mi piace mordere.

Più sono solide e articolate queste connessioni, più il recupero delle informazioni diventa efficace e automatico.


Come funziona la memoria di lavoro

La memoria di lavoro o working memory (WM) è il nostro spazio mentale operativo, dove avviene la manipolazione consapevole delle informazioni. Pensa alla memoria di lavoro come al piano di lavoro della tua cucina. Lo spazio dove prepari la tua ricetta . È lì che colleghiamo nuove idee con quello che già sappiamo per creare qualcosa di nuovo, che non abbiamo mai fatto prima.

Immagina di voler preparare un piatto che non hai mai fatto. Segui la ricetta che hai trovato su internet. La ricetta contiene ingredienti e procedimento. La tua memoria di lavoro si mette all’opera. Legge l’elenco degli ingredienti e capisce che alcune cose le hai già in dispensa, altre le devi comprare. Meglio preparare una lista della spesa. Fatto. Ora passi al procedimento e calcoli i tempi di preparazione. Nel procedimento trovi dei passaggi che ti sono familiari come la preparazione di un soffritto. Questo ricordo viene recuperato dalla memoria a lungo termine. Ti metti al lavoro, prepari tutti gli ingredienti sul piano e ti prepari la linea. Inizi la lavorazione e ti dai una lista di priorità per ottimizzare i tempi. fermiamoci qua.

Tutte queste azioni avvengono nella tua memoria di lavoro che esegue operazioni in sequenza combinando le informazioni conosce già con quelle nuove.

E’ un lavoro straordinario che richiede attenzione e fatica cognitiva. Dal risultato di questo lavoro dipendono la qualità dei ricordi che si fissano nella memoria a lungo termine. In poche parole la qualità dell’ apprendimento.

Basta cucinare una volta una nuova ricetta per padroneggiarla e impararla? NO.

Per impararla bene e consolidare il ricordo della nuova ricetta nella memoria a lungo termine dovrai ripeter la ricetta diverse volte. Solo così diventerai sempre più abile nel procedimento e potrai dire di conoscere bene quella ricetta tanto da poterla preparare ad occhi chiusi.

La memoria di lavoro ha una capacità limitata: può gestire solo pochi elementi alla volta (circa 4-7, a seconda del contesto e della familiarità con i contenuti).

Quando lo sforzo richiesto supera questa capacità, si parla di sovraccarico cognitivo. In quel caso, la mente va in confusione e non c’è apprendimento.

Ecco perché è essenziale progettare attività che facilitino la comprensione, riducano il carico cognitivo non necessario e accompagnino in modo graduale lo studente verso la comprensione e la padronanza degli argomenti proposti.


Le quattro fasi dell’apprendimento

Per facilitare l’apprendimento degli studenti è importante progettare le nostre lezioni in modo da non sovraccaricare la memoria di lavoro e agevolare uno scambio produttivo e efficace con la memoria a lungo termine. 
Efrat Furst propne un modello di apprendimento basato su 4 fasi : sapere, capire, usare , praticare. SCUP

SAPERE

Questa è la fase iniziale dell’apprendimento, quella in cui spieghiamo agli studenti un concetto che non conoscono.

Immagina di dover spiegare il concetto di triangolo a una classe che non conosce la geometria.

Obiettivo della nostra lezione sarà far conoscere agli studenti la forma del triangolo.

Dobbiamo partire dall’inizio e permettere alla mente degli studenti di sapere le caratteristiche del triangolo.

Io procederei così:

  • Mostro diversi triangoli, ricavati da oggetti di uso comune, in questo modo cerco di agganciare il concetto a un ricordo già presente nella memoria a lungo termine. (di varie dimensioni, colori e orientamenti).

    • una fetta di pizza
    • la vela di una barca
    • il tetto di una casa
  • A questo punto chiedo di disegnare questi oggetti e di ricalcare il contorno in nero delle forme triangolari

  • Faccio scrivere dentro ogni forma la parola triangolo
  • Chiedo a loro di pensare ad altri oggetti che hanno la stessa forma

Questa fase getta le basi per la costruzione del concetto di triangolo. 

Siamo ancora a un livello superficiale di conoscenza, dobbiamo strutturare meglio questo ricordo.

 

CAPIRE

In questa fase è importante analizzare e capire il concetto di triangolo in tutte le sue parti.

Dobbiamo mettere in condizione gli studenti di capire cosa rende una figura un triangolo. Quali sono le sue caratteristiche.

Io procederei così:

  • leggo la definizione dal libro di triangolo. Una frase alla volta e sulla lavagna individuo i lati e gli angoli della figura.

  • Cerchio i vertici e li definisco come i punti che uniscono due lati.

    • Chiedo di contare i vertici nella figura
    • Chiedo di contare i lati
    • Chiedo di contare  gli angoli
  • Disegno sulla lavagna un quadrato
    • chiedo di contare i lati
    • chiedo di contare gli angoli
    • chiedo di contare i vertici
  • Chiedo di confrontare le due figure e di citare le differenze.

  • Faccio domande a tutti sulle caratteristiche geometriche del triangolo e su quelle delle altre figure.
  • Faccio vedere e disegnare diversi tipi di triangoli distinguendoli per i lati e per gli angoli

A questo punto gli studenti sanno riconoscere un triangolo e sanno definire le sue caratteristiche geometriche

USARE

E’ arrivato il momento di consolidare le conoscenze apprese attraverso esercizi pratici.

Io farei così:

 

  • Chiedo agli studenti di aggiornare il quaderno degli appunti con una classificazione grafica dei triangoli.

    • La scheda degli appunti dovrà spiegare tutte le caratteristiche del triangolo a una persona che non conosce i traingoli
    • Pensare di creare una dispensa per gli studenti delle altre classi
  • Chiedo di disegnare triangoli di varie dimensioni.

  • Propongo piccoli problemi 
  • Faccio domande in ordine sparso a tutta la classe

A questo punto gli studenti sono in grado di usare il concetto di triangolo in modo autonomo.

PRATICARE

Arriviamo all’ultima fase, quella della pratica consapevole. A questo punto gli studenti devono esser in grado di utilizzare in diversi contesti applicativi il concetto di triangolo.

Io farei cosi:

 

  • Propongo esercizi più complessi.

  • Includo i triangoli in problemi più ampi (calcolare il perimetro di figure con triangoli)

  • Uso modalità diverse di esercizio (scrivere, disegnare, argomentare, discutere in gruppo)

  • Ricercare triangoli in altre figure geometriche e in strutture architettoniche

  • Darei feedback costanti per aiutare a migliorare.

  • Propongo verifica sommativa sul triangolo

Questa progressione è fondamentale: la comprensione profonda e l’uso attivo sono ciò che consente all’informazione di “entrare” stabilmente nella memoria a lungo termine.

In questo modo si formano ricordi solidi e duraturi nella nostra memoria e grazie a questi la mente struttura schemi mentali articolati e complessi.

 

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