Come funziona le nostra memoria.

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Perché ci dimentichiamo i nomi All’inizio

Perché ci dimentichiamo i nomi

All’inizio dell’anno scolastico chiedo sempre ai miei studenti di ripetermi i loro nomi ogni volta che li interpello. Gli spiego che non è per mancanza di considerazione nei loro confronti che dimentico i loro nomi, ma per come la mia e le loro menti elaborano le informazioni.

Sarà capitato anche a voi di dimenticare rapidamente il nome di una persona che vi è stata presentata. E’ normale, la nostra mente non trattiene le informazioni se queste non vengono elaborate in profondità. Per memorizzare le informazioni abbiamo bisogno di collegarle ad una nostra conoscenza pregressa.

Se mi viene presentata una persona e il suo nome mi ricorda un’esperienza passata, la mia mente collega il nome con quel preciso ricordo.

Ad esempio se mi viene presentata una persona che si chiama  Tatiana, mi viene in mente la battuta di un comico che introduceva i suoi spettacoli con la frase “Tatiana. Chi è Tatiana?”. In questo modo sarà più semplice memorizzare quel nome.

In pratica più noi lavoriamo con un’informazione, utilizzandola nello svolgimento di compiti,  maggiore sarà  la nostra capacità di memorizzare quell’informazione o quel dato.

Questo modo di memorizzare le informazioni è stato studiato da Craik  e Lockhart 1  che hanno identificato tre livelli di elaborazione delle informazioni.

Primo livello di analisi: l’aspetto.

Prendiamo ad esempio la parola scritta CASA. La nostra mente opera inizialmente un riconoscimento strutturale, individuando la forma delle lettere, la lunghezze della parola, il colore.

La nostra mente si concentra inizialmente sull’aspetto della parola.

Secondo livello: suoni ed elementi

Ad un secondo livello, la nostra mente opera un riconoscimento fonetico, concentrandosi sul suono della parola.

Oltre al suono delle lettere e della parola, la nostra mente analizza anche le singole lettere che compongono la parola e il suono che queste producono.

Quindi per la parola CASA, la nostra mente esegue uno spelling delle lettere C-A-S-A che è la stessa operazione che eseguono le persone che stanno imparando a leggere.

A questo livello di memorizzazione agiscono le pratiche didattiche come sottolineare, ripetere ad alta voce più volte.

Non è un modo efficace di memorizzazione, perché richiede continue ripetizioni. Quando si studia a memoria, si agisce a questo livello, la memorizzazione è precaria perché se non si ripete più volte e periodicamente, le informazioni si dimenticano.

Questo livello di analisi agisce in maniera più specifica rispetto al primo livello, ma non è ancora sufficiente per memorizzare l’informazione.

Terzo livello: significato

L’ultimo livello è quello semantico, la nostra mente collega la parola ad un significato che ha imparato in precedenza.

Nel nostro esempio la nostra mente, quando legge la parola CASA, la collega alla nostra abitazione, all’abitazione dove siamo cresciuti o a qualsiasi altra casa che abbiamo frequentato e di cui conserviamo un ricordo.

Questo livello viene chiamato semantico o di significato ed è il livello di analisi più profondo.

Questo tipo di elaborazione dell’informazione ci permette di apprendere in modo profondo e duraturo.

Per attribuire un significato profondo alle cose che studiamo occorre fissare i contenuti che stiamo studiando a concetti e argomenti che abbiamo studiato in precedenza.

Ogni volta che facciamo un collegamento tra un argomento e un altro, la nostra mente memorizza meglio il concetto, rinforzando la memoria.

Perché è importante prendere appunti scritti

Un buon modo per stimolare il 3° livello di memorizzazione consiste nel prendere gli appunti delle lezioni scrivendoli a penna.

Scrivere a mano su un foglio di carta, obbliga  la nostra mente a fare una sintesi del contenuto da memorizzare. In questo modo elaboriamo l’informazione ad un livello profondo, in poche parole quando prendiamo appunti scritti stiamo già studiando e memorizzando le informazioni.

Se invece scriviamo su un dispositivo o peggio ancora registriamo l’audio della lezione, la nostra mente non è costretta ad elaborare l’informazione.

Consigli pratici per insegnanti e studenti

Noi insegnanti dovremmo sempre organizzare la nostra didattica con l’obiettivo di far lavorare i nostri studenti ad un livello più profondo di apprendimento.

Ecco allora alcuni consigli:

  • Far prendere appunti a mano, in modo preciso ed ordinato.
  • Evitare l’uso di dispositivi elettronici perché possono distogliere l’attenzione e perché non consentono l’elaborazione profonda
  • Presentare i concetti alla classe, lavorando per esempio sulla preparazione di una lezione
  • Favorire il dibattito in classe.
  • Chiedere agli studenti di evidenziare similitudini e differenze
  • Preparare del materiale informativo di sintesi (cartelloni\slides)
  • Spiegare l’argomento della lezione ad una persona estranea alla classe (fratello\sorella\amico\genitore\…)
  • Applicare i concetti studiati a situazioni concrete.

Che tu sia un insegnante o uno studente devi sempre tener presenti i diversi livelli di memorizzazione delle informazioni, cercando di raggiungere sempre un livello di analisi profondo.

Questo tipo di approccio allo studio è sicuramente più impegnativo e faticoso ma alla prova dei fatti è quello che garantisce un livello di apprendimento efficace e duraturo.

 

 

Fonti:
1 – https://www.researchgate.net/publication/200772647_Levels_of_Processing_A_Framework_for_Memory_Research

 

 

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